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Marshall: mille risorse sulla scacchiera

Soltis Andrew

I grandi campioni di scacchi si distinguono per la loro forte personalità, senza cui non potrebbero raggiungere le vette più alte, ma alcuni fuoriclasse del passato sono circondati da un’aurea mitica che ne rende immortale il nome, al di là dei risultati agonistici raggiunti. Uno di essi è Frank James Marshall.


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Moto perpetuo sulle 64 caselle
I grandi campioni di scacchi si distinguono per la loro forte personalità, senza cui non potrebbero raggiungere le vette più alte, ma alcuni fuoriclasse del passato sono circondati da un’aurea mitica che ne rende immortale il nome, al di là dei risultati agonistici raggiunti. Uno di essi è Frank James Marshall.
Nato a Manhattan nel 1877, Marshall non fu certo il primo statunitense ad eccellere nelle 64 caselle, basti pensare a Morphy e a Pillsbury; ma, a differenza di questi suoi predecessori così geniali e instabili, aveva tutte le caratteristiche che certi luoghi comuni associano agli americani. Allegro ed estroverso, sempre sicuro di sé, fumatore di sigari e buon bevitore, accanito giocatore anche al tavolo verde, privo di un’istruzione accademica ma concreto e pragmatico, dotato di un umorismo a volte ingenuo ma anche di un’autentica sensibilità e carica umana, non passò mai inosservato nei tanti tornei cui prese parte. Anche le sue partite sembravano fatte apposta per dare spettacolo: un caledoscopio di gambetti, sacrifici, tatticismi, trappole, colpi di scena, che teneva il pubblico incollato alle sedie. Nessuno sapeva vincere le partite ‘perse’ quanto lui, in grado com’era di mantenere sangue freddo e capacità di calcolo anche nelle posizioni più complesse. Il personaggio non deve però mettere in ombra il grande scacchista. Dietro la facciata del maestro della guerra psicologica si celava un attento studioso delle partite dei classici; era dotato di un grande fiuto per l’iniziativa, sapeva manovrare con pazienza e quando la situazione lo imponeva rinunciava ai fuochi d’artificio o a rischiosi guadagni di materiale ed entrava in finali dove metteva in mostra una tecnica insospettata. Non per nulla fu per tanti anni fra i primi dieci giocatori del mondo e con alterni risultati ma sempre con un indomito spirito combattivo si cimentò contro tutti i più grandi campioni del suo tempo, da Lasker ad Alekhine.
Chi meglio di Andrew Soltis poteva farsi biografo di questo emblema dello spirito americano e ripercorrerne la quarantennale carriera, dal trionfo di Cambridge Springs del 1904 al massacro subito nei match con Lasker e Capablanca, dalle ricerche non sempre fruttuose di sponsor e mecenati per promuovere gli scacchi al ruolo di capitano e giocatore in quattro memorabili Olimpiadi dominate dagli usa negli anni ’30. Il tutto arricchito da coloriti aneddoti nonché da ben 220 partite o frammenti di partite, commentate nelle loro fasi salienti. Un libro avvincente come la vita del suo protagonista!

All’interminabile lista di bestseller dedicati a curiosità scacchistiche, a specifiche varianti teoriche o all’insegnamento, il grande maestro Andrew Soltis ha da qualche anno affiancato un’apprezzata attività di storico degli scacchi, in libri dove la sua raffinata penna, oltre ad allietare ed istruire il lettore, si dedica alla ricerca della verità.


Information
  • Casa editrice Prisma
  • Code 5348
  • Anno 2004
  • Pagine p. 416

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