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L'Eterna Battaglia della Mente - Scacchi e filosofia della guerra

Pili Giangiuseppe

Gli scacchi sono il primo wargame della storia e hanno una prerogativa evidente rispetto ai tradizionali giochi da tavolo: sono una simulazione di guerra, un simbolo stilizzato di quello che capita durante le battaglie. Ad iniziare dalla sua codifica estetica che ha soggiogato gli uomini di ogni tempo. Ogni singola partita di un torneo rappresenta una battaglia di una guerra. Gli scacchi si prestano a rappresentare la guerra in molteplici aspetti: massa combattente, strategia, tattica, psicologia e attività di conoscenza. Ma la compenetrazione tra il più ampio fenomeno della guerra e l'attività scacchistica è ancora più radicale di quanto possa apparire a prima vista. In questo lavoro, l’autore ha voluto tracciare in modo compiuto la metafora degli scacchi come wargame e come battaglia militare, ma anche indicarne il limite. Ha voluto sottolineare come gli scacchi, benché metafora di guerra, siano anche e soprattutto, tramite la condivisione della bellezza del gioco, uno strumento di pace e di fratellanza.

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Descrizione

Ancora oggi gli storici non sono in grado di dire la parola definitiva sull'invenzione degli scacchi. Si sa che nel VI secolo gli scacchi erano presenti in India, ma non sappiamo se sono stati inventati o piuttosto siano il frutto evolutivo di qualcos'altro. Non c'è bisogno di scomodare la storia o l'archeologia per capire che la partita a scacchi è, innanzitutto, un combattimento in cui si affrontano due eserciti di forza uguale. Gli scacchi sono il primo wargame della storia e hanno una prerogativa evidente rispetto ai tradizionali giochi da tavolo: sono una simulazione di guerra, un simbolo stilizzato di quello che capita durante le battaglie. Ad iniziare dalla sua codifica estetica che ha soggiogato gli uomini di ogni tempo. Ogni singola partita di un torneo rappresenta una battaglia di una guerra.

Come il libro racconta, gli scacchi si prestano a rappresentare la guerra in molteplici aspetti: massa combattente, strategia, tattica, psicologia e attività di conoscenza. Ma la compenetrazione tra il più ampio fenomeno della guerra e l'attività scacchistica è ancora più radicale di quanto possa apparire a prima vista.
In questo lavoro, l’autore ha voluto tracciare in modo compiuto la metafora degli scacchi come wargame e come battaglia militare, ma anche indicarne il limite. Ha voluto sottolineare come gli scacchi, benché metafora di guerra, siano anche e soprattutto, tramite la condivisione della bellezza del gioco, uno strumento di pace e di fratellanza.

Giangiuseppe Pili giovane filosofo scacchista si è laureato nel 2009 in Filosofia all’Università di Siena.
Dopo aver conseguito la laurea specialistica in ambito epistemologico, dal 2014 svolge l'attività di dottorato di ricerca in Filosofia della Mente, Cognizione e Linguaggio all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Porta avanti ricerche in epistemologia, logica e strategia. Appassionato scacchista, ha scritto molti lavori su scacchi e filosofia, reperibili su riviste del settore e in vari siti on-line. Nel 2012 ha pubblicato un libro che è diventato un classico sull’argomento, Un mistero in bianco e nero. La filosofia degli scacchi.
Gestisce un sito di filosofia, www.scuolafilosofica.com e pubblica articoli di filosofia e recensioni nella rivista Sintesi Dialettica.

Recensione del libro su Critica Letteraria 

http://www.criticaletteraria.org/2015/03/gli-scacchi-e-la-filosofia-della-guerra.html


Informazioni
  • Casa editrice LE DUE TORRI
  • Codice 6753
  • Anno 2014
  • Pagine p. 168
  • Isbn 9788896076521

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